ratelli, è Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito Santo nei nostri cuori. Io chiamo Dio a testimone sulla mia vita, che solo per risparmiarvi non sono più venuto a Corinto. Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perchè nella fede voi siete già saldi.
Ritenni pertanto opportuno non venire di nuovo fra voi con tristezza. Perché se io rattristo voi, chi mi rallegrerà se non colui che è stato da me rattristato? Perciò vi ho scritto in quei termini che voi sapete, per non dovere poi essere rattristato alla mia venuta da quelli che dovrebbero rendermi lieto, persuaso come sono riguardo a voi tutti che la mia gioia è quella di tutti voi. Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato, tra molte lacrime, però non per rattristarvi, ma per farvi conoscere l'affetto immenso che ho per voi.
ratelli santi, partecipi di una vocazione celeste, fissate lo sguardo su Gesù, l’apostolo e gran sacerdote della nostra professione di fede, il quale fu fedele a colui che lo ha fatto, come anche Mosè lo fu in tutta la casa di lui. Ma, in confronto a Mosè, egli è stato fatto degno di una gloria tanto maggiore, quanto l’onore di chi edifica la casa supera quella della casa stessa. Ogni casa, infatti, è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito tutto è Dio. [Chiesa del Santo Sepolcro]
Nota di redazione sulle Letture del giornoLe Letture del giorno pubblicate seguono il Calendario giuliano ecclesiastico.