Al momento attuale, anche se i rapporti tra le nostre Chiese sono migliorati, i cattolici-romani non sono ancora tornati all'Ortodossia e quindi non esiste comunione sacramentale. Questo significa che quando un ortodosso riceve un sacramento da un prete cattolico, egli viene automaticamente condotto fuori dalla Chiesa ortodossa.
L'Italia è un paese ufficialmente a maggioranza cattolico-romana. La Chiesa di Roma, nel primo millennio dell'era cristiana, fu uno dei Patriarcati ortodossi più prestigiosi e solo dall'XI secolo iniziò a separarsi dalla comunione con la Chiesa ortodossa. Infatti, essa modificò, a tappe successive, la Liturgia, il dogma, la spiritualità e disciplina ecclesiastica. Fino a dieci secoli fa, battezzavano immergendo nella colinvitra, davano la comunione nelle due specie del vino e pane, e non usavano l'ostia, facevano il segno della croce ortodosso, le loro liturgie assomigliavano molto alle nostre, non avevano statue ma affreschi ed icone, la mensa eucaristica stava dietro l'iconostasi ed i loro sacerdoti erano coniugati.
Come molti di noi possono testimoniare, i cattolici-romani sono ottime persone, gentili ed ospitali; alcuni, nei nostri confronti, mostrano un affetto speciale e non di rado riceviamo inviti a partecipare alle loro messe, con l'assicurazione dataci di assistere ad una funzione religiosa dello stesso valore della Liturgia ortodossa. Questo accade perché essi ignorano gran parte delle nostre regole e sono convinti dell'assenza di differenze sostanziali tra Cattolicesimo ed Ortodossia. Qualche volta ci sentiamo anche in debito verso di loro, perché mettono a disposizione tempo ed aiuti materiali a sostegno degli immigrati.
Al momento attuale, anche se i rapporti tra le nostre Chiese sono migliorati, i cattolici-romani non sono ancora tornati all'Ortodossia e quindi non esiste comunione sacramentale. Questo significa che quando un ortodosso riceve un sacramento da un prete cattolico, egli viene automaticamente condotto fuori dalla Chiesa ortodossa. Per un ortodosso non c'è pericolo più grave; anche solo accettare l'idea che Cattolicesimo ed Ortodossia, oppure Protestantesimo ed Ortodossia siano la stessa cosa, significa rinnegare la fede ortodossa ed esporsi ad una grave minaccia per l'anima.
Per mettersi al riparo da questo rischio, bisogna ricordarsi che:
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Nessun ortodosso può ricevere la comunione nella chiesa cattolica o comunque da sacerdoti cattolici;
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Nessun ortodosso può confessarsi o ricevere una qualsiasi benedizione da un sacerdote cattolico;
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Il matrimonio con un cattolico è consentito come eccezione, deve essere celebrato nella Chiesa ortodossa ed i coniugi devono promettere, per iscritto, di battezzare i figli che nasceranno nella Chiesa ortodossa, educandoli nella sua dottrina;
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Quando un ortodosso si ammala deve ricevere l'olio santo solo da sacerdoti ortodossi;
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Quando muore un ortodosso, il funerale deve essere ufficiato da un prete ortodosso, possibilmente in una chiesa ortodossa;
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Le case in cui abitiamo non possono essere benedette da sacerdoti cattolici;
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Meglio evitare tutte le funzioni pubbliche dei non ortodossi (messe, rosari, incontri di preghiera di vario genere), tranne non si tratti di matrimoni, funerali e altre ricorrenze di amici o parenti;
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Se i nostri figli frequentano la scuola in Italia, non devono seguire l'insegnamento della religione cattolica;
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Non è bene che i nostri figli imparino il catechismo cattolico;
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Non è possibile fare da testimone alle nozze dei cattolici, né da padrino ai loro battesimi, comunioni o cresime, anche se i loro sacerdoti lo consentono.