Gesù Cristo, il Figlio di Dio, venne crocefisso e morì, discese agli inferi, combatté la morte e vinse.
La resurrezione di Cristo è in assoluto l'evento centrale nella vita della Chiesa ortodossa, e viene compreso in termini totalmente letterali. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, venne crocifisso e morì, discese negli inferi, combatté la morte e vinse. Attraverso questi eventi, Egli liberò l'umanità dai vincoli dell'inferno e ritornò ai viventi come uomo e Dio. Ogni singolo essere umano può condividere questa immortalità, che sarebbe stata impossibile senza la resurrezione, ed è la principale promessa fatta da Dio nel suo nuovo patto con l'umanità.
Le festività dell'anno ecclesiastico ortodosso fanno riferimento, diretto o indiretto, alla resurrezione. Ogni domenica dell'anno è dedicata alla celebrazione della resurrezione, e in osservanza di ciò, i credenti ortodossi si astengono dall'inginocchiarsi o prostrarsi in tale giorno (come stabilito dal primo Concilio ecumenico nell'anno 325 a Nicea). La tradizione ortodossa pone pochissima enfasi liturgica sulla passione di Cristo durante le giornate che precedono la crocifissione, perché la considera una tappa necessaria verso la vittoria finale di alcuni giorni dopo. Infatti, la Divina Liturgia mette l'accento sulla resurrezione piuttosto che sull'aspetto sacrificale. La passione non è vista in senso umanistico (la contemplazione delle sofferenze, la venerazione delle piaghe) ma percepita come modello che il fedele ortodosso è chiamato a vivere nella sua ricerca di Dio. Il credente muore, come Cristo, ai criteri di questo mondo - che non conosce Dio - per poter risorgere gloriosamente con Lui.