Per essere più chiaro mi servirò di una doppia immagine: quella dell'occhio riguardo alla contemplazione mentalmente cosciente del ricordo di Dio, e quella della lingua riguardo alla supplicazione cosciente durante la pura preghiera. La pupilla sta all'occhio e l'emissione della parola sta alla lingua come il ricordo di Dio sta alla mente e la preghiera al pensiero cosciente. L'occhio, ricevendo mediante il senso della vista e non attraverso un suono percepisce nella stessa conoscenza visuale la conoscenza dell'oggetto veduto. Così la mente che si avvicina a Dio con amorosa attenzione e con caloroso sentimento, nel silenzio di una intellezione del tutto semplice, viene illuminata dallo splendore divino e pregusta la luce veniente. Inoltre la lingua emettendo dei suoni rivela a chi ascolta il concetto segreto del cuore, così la mente proferendo con assiduità e fervore le brevi parole della preghiera, manifesta a Dio che tutto conosce le suppliche dell'anima. Con la persistente fedeltà alla preghiera, con l'incessante contrizione del cuore dischiude le misericordiose viscere di Dio compassionevole e riceve i doni della salvezza. Il profeta ha detto: "Dio non dispregia il cuore contrito e umiliato"... Quando la mente s'impegna, con genuina purezza, nella preghiera, il cuore gioisce di una inviolabile gioia e di una indicibile pace
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