Il medesimo raccontò che vi era ad Alessandria un auriga, la cui madre si chiamava Maria. Nel corso di una gara ippica, egli cadde, ma si rialzò subito, sorpassò colui che l'aveva fatto cadere, e vinse. La folla gridò: «Il figlio di Maria è caduto, è risorto, e ha vinto»1. Mentre ancora si levava questo grido, giunse alla folla la notizia che il grande Teofilo era venuto, aveva rovesciato l'idolo di Serapide e si era impadronito del tempio2
Il medesimo raccontò che vi era ad Alessandria un auriga, la cui madre si chiamava Maria. Nel corso di una gara ippica, egli cadde, ma si rialzò subito, sorpassò colui che l'aveva fatto cadere, e vinse. La folla gridò: «Il figlio di Maria è caduto, è risorto, e ha vinto»1. Mentre ancora si levava questo grido, giunse alla folla la notizia che il grande Teofilo era venuto, aveva rovesciato l'idolo di Serapide e si era impadronito del tempio2
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