ratelli, essendo stati sempre ubbidienti non solo in mia presenza, ma molto più ora in mia assenza, con timore e tremore lavorate alla vostra salvezza. E’ Dio infatti che opera in voi il volere e l’agire per la benignità. Fate tutto senza mormorare e contestare, per essere irreprensibili, integri, figli di Dio non biasimevoli in mezzo a una generazione tortuosa e sviata, in seno alla quale voi brillate come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. Così potrò vantarmi nel giorno di Cristo.
ratelli, Dio ha messo all’ultimo posto noi apostoli, come condannati a morte, poiché siamo stati resi spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. Noi stolti a motivo di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi gloriosi, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, soffriamo la sete, soffriamo la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo erranti e fatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, consoliamo. Fino ad oggi siamo divenuti come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti! Non per farvi arrossire vi scrivo questo, ma per ammonirvi, come miei figli amati. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri; io infatti vi ho generato in Cristo Gesù mediante il vangelo. Vi esorto, dunque: fatevi miei imitatori! [Apostolo]
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Nota di redazione sulle Letture del giornoLe Letture del giorno pubblicate seguono il Calendario giuliano ecclesiastico.