La nostra mente, il più delle volte, è insofferente dell'orazione, perché la virtù della preghiera, con la sua immobile concentrazione sul pensiero di Dio, non le permette la latitudine spaziosa che esso domanda. Quando però si offre a ricevere, nel più completo abbandono di sé, la parola divina, allora trova la gioia per la vastità libera della contemplazione di Dio. A questo punto è necessario di non lasciarle le briglie sciolte per assecondare il suo desiderio di comunicare, nella gioia, le parole accolte durante la contemplazione. Tal modo di agire sarebbe un sorpassare i limiti del giusto
La nostra mente, il più delle volte, è insofferente dell'orazione, perché la virtù della preghiera, con la sua immobile concentrazione sul pensiero di Dio, non le permette la latitudine spaziosa che esso domanda. Quando però si offre a ricevere, nel più completo abbandono di sé, la parola divina, allora trova la gioia per la vastità libera della contemplazione di Dio. A questo punto è necessario di non lasciarle le briglie sciolte per assecondare il suo desiderio di comunicare, nella gioia, le parole accolte durante la contemplazione. Tal modo di agire sarebbe un sorpassare i limiti del giusto