[Da Giovanni Climaco] Colui che pratica la preghiera silenziosa del cuore cerca, paradossalmente, di circoscrivere l'incorporeo in un'abitazione carnale. L'esicasta dice: "Dormo ma il mio cuore vigila". Chiudi al corpo la porta della tua cella, la porta della bocca alla conversazione, la porta interiore ai cattivi spiriti. Seduto su una altura, osserva, se ne conosci bene l'arte e vedrai come, quando e da dove, quanti sono e la natura dei ladri che tentano di entrare nel tuo vigneto per rubare l'uva. Se il guardiano è stanco, si alzi in piedi per pregare, quindi di nuovo si assida e riprenda il suo lavoro con nuova luce. La vigilanza sui pensieri è una cosa, il fermo dominio della mente è un'altra; tra esse c'è tutta la distanza che separa l'oriente dall'occidente, la seconda è incomparabilmente più difficile. Come i ladri quando vedono le armi del re pronte in qualche luogo, non ci si avventurano incautamente; così chi ha unito la preghiera nel suo cuore non verrà con facilità spogliato dai ladri spirituali. Queste parole ti mostrano la meravigliosa attività interiore del nostro grande padre. Mentre noi, camminando nella tenebra, come in un notturno combattimento, non diamo attenzione alle parole preziose dello Spirito, e volontariamente sordi vi passiamo accanto senza ascoltarle
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