Una è la gioia iniziale, altra quella del termine raggiunto. La prima è ancora accompagnata da raffigurazioni immaginifiche, l'altra ha il potere dell'umiltà. Tra l'una e l'altra si incontra la tristezza benedetta da Dio e le lacrime senza dolore. È scritto infatti: "La grande sapienza è accompagnata da molta conoscenza; e chi accresce conoscenza accresce anche il patire " (Eccle. 1, 18). Per questo è necessario che l'anima prima sia invitata al combattimento spirituale da una gioia iniziale, quindi che venga corretta e provata dalla verità dello Spirito Santo, sul male fatto e sulle cose vane che ancora compie... Quando la correzione divina l'avrà provata come in un'ardente fornace, allora l'anima avrà in suo possesso, nella fervida evocazione di Dio, l'operazione di una gioia libera da rappresentazioni immaginifiche
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