«Un'altra volta entrai nella sua cella e lo trovai in piedi, in preghiera, con le braccia tese al cielo. Rimase così quattordici giorni. E dopo mi chiamò e mi disse: – Seguimi. Andammo nel deserto. Ebbi sete e gli dissi: – Padre, ho sete. Mi prese il mantello, si allontanò di un tiro di sasso, e, dopo che ebbe pregato, me lo riportò pieno d'acqua1. Proseguendo il cammino, giungemmo a una grotta, vi entrammo e trovammo un fratello che intrecciava la sua corda, seduto. Non ci fece alcun cenno, non ci salutò, non volle in alcun modo parlare con noi. Il padre mi disse: – Andiamocene di qui, probabilmente questo padre non è sicuro in coscienza2 di poter parlare con noi. Camminammo fino a Lykos dove andammo a trovare il padre Giovanni3. Lo salutammo, facemmo orazioni. Quindi si sedette a parlare di una visione che aveva avuto. Disse il padre Bessarione: – È uscito un editto, che i templi siano distrutti. E così avvenne, furono distrutti (PJ XII, 3). Nel ritornare, giungemmo ancora presso la grotta in cui avevamo visto quel fratello. L'anziano mi disse: – Entriamo da lui, chi sa che Dio non gli abbia dato certezza che può parlare con noi. Entrati che fummo, lo trovammo morto. Mi disse l'anziano: – Vieni fratello, componiamo il suo corpo, per questo Dio ci ha mandato qui. Mentre così facevamo, per poi seppellirlo, scoprimmo che era una donna. Il padre, stupito, mi disse: – Vedi come anche le donne sconfiggono Satana, mentre noi, in città, facciamo una ben meschina figura? Lasciammo quel luogo dando gloria a Dio che protegge coloro che lo amano»4
«Un'altra volta entrai nella sua cella e lo trovai in piedi, in preghiera, con le braccia tese al cielo. Rimase così quattordici giorni. E dopo mi chiamò e mi disse: – Seguimi. Andammo nel deserto. Ebbi sete e gli dissi: – Padre, ho sete. Mi prese il mantello, si allontanò di un tiro di sasso, e, dopo che ebbe pregato, me lo riportò pieno d'acqua1. Proseguendo il cammino, giungemmo a una grotta, vi entrammo e trovammo un fratello che intrecciava la sua corda, seduto. Non ci fece alcun cenno, non ci salutò, non volle in alcun modo parlare con noi. Il padre mi disse: – Andiamocene di qui, probabilmente questo padre non è sicuro in coscienza2 di poter parlare con noi. Camminammo fino a Lykos dove andammo a trovare il padre Giovanni3. Lo salutammo, facemmo orazioni. Quindi si sedette a parlare di una visione che aveva avuto. Disse il padre Bessarione: – È uscito un editto, che i templi siano distrutti. E così avvenne, furono distrutti (PJ XII, 3). Nel ritornare, giungemmo ancora presso la grotta in cui avevamo visto quel fratello. L'anziano mi disse: – Entriamo da lui, chi sa che Dio non gli abbia dato certezza che può parlare con noi. Entrati che fummo, lo trovammo morto. Mi disse l'anziano: – Vieni fratello, componiamo il suo corpo, per questo Dio ci ha mandato qui. Mentre così facevamo, per poi seppellirlo, scoprimmo che era una donna. Il padre, stupito, mi disse: – Vedi come anche le donne sconfiggono Satana, mentre noi, in città, facciamo una ben meschina figura? Lasciammo quel luogo dando gloria a Dio che protegge coloro che lo amano»4
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Note
1 In questo apoftegma se ne intrecciano in realtà più d'uno: questo prodigio, simile a quello riportato nel detto n. 1; l'arrivo alla grotta dove incontrano il fratello seduto immobile e il ritorno ad essa dopo l'incontro con il padre Giovanni, dotato anch'egli, come Bessarione, del dono «dioratico», cioè di avere visioni, profezie, rivelazioni. La serie sistematica latina contiene questo detto spezzato in due brani inseriti in due capitoli diversi: cf. PJ XII, 3 e XX, 1.
2 Questo episodio si trova pure nella raccolta latina falsamente attribuita a Rufino (Rufino 194) e in un'altra serie latina che consta di 44 capitoli e corrisponde a un originale greco a noi ignoto, tradotto da Pascasio, diacono vivente nel VI secolo nel monastero di Dumio in Francia (c. 34, 3). Sia l'una che l'altra versione dicono più semplicemente: «Non vuole parlare con noi», ma in questo modo si perde il senso del verbo greco molto importante, plêroforéô, che per lo più significa la comunicazione di una certezza da parte di Dio mediante rivelazione. Lo stesso termine è ripetuto poche righe sotto da Bessarione; l'avevamo già trovato in Apollo 2. Lo incontreremo altre volte; cf. Teodoro di Ferme 25; Lot 2; Poemen 201 (S 14); Pambone 2, ecc. Vedi anche Introd., p. 65.
3 Si tratta di Giovanni di Licopoli, un solitario molto famoso di cui hanno lasciato ampia testimonianza la Storia Lausiaca (c. 35) e l'Historia Monachorum (c. I).
4 Cf. Sal 17, 31.