ratelli, mi compiaccio delle infermità, degli oltraggi, delle necessità, delle persecuzioni, delle angustie, a motivo di Cristo; perché quando sono debole, allora sono forte. Sono diventato insensato: voi mi avete costretto. Avrei dovuto essere raccomandato da voi, perché non sono in nulla inferiore ai grandi apostoli, anche se sono niente. I segni dell'apostolo sono stati compiuti in mezzo a voi, in ogni pazienza, con segni, prodigi e portenti. In che cosa siete stati inferiori alle altre Chiese, se non che io non ho pesato su di voi? Perdonatemi quest'ingiustizia! E' la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò di peso; perché non cerco le cose vostre, ma voi. Non spetta ai figli mettere da parte per i genitori, ma ai genitori per i figli. E io volentieri prodigherò e consumerò me stesso per le vostre anime. Se vi amo tanto, dovrei essere riamato di meno? Ma sia pure, io non ho gravato su di voi; però, furbo qual sono, vi ho preso con l'inganno. Vi ho forse sfruttato per mezzo di qualcuno di quelli che ho inviato tra voi? Ho pregato Tito e l'ho mandato con il fratello. Forse Tito vi ha sfruttato in qualche cosa? Non abbiamo camminato nello stesso spirito sulle medesime tracce? Da tempo pensate che stiamo difendendoci davanti a voi. Parliamo davanti a Dio, in Cristo, e tutto, carissimi, a vostra edificazione.