Un giorno in cenobio un fratello peccò. Vi era in quei luoghi un anacoreta che da molto tempo non usciva. Si recò da lui l'igumeno del cenobio, per raccontargli il caso del fratello caduto, ed egli disse: «Cacciatelo!». Lasciato il cenobio, il fratello entrò in una gola dei monti, e si fermò lì e piangeva. Avvenne che dei fratelli, che stavano andando dal padre Poemen, lo udirono piangere; avvicinatisi, lo trovarono in grande pena. E lo pregarono di alzarsi per andare dall'anziano. Ma egli si rifiutò dicendo: «Io muoio qui». Giunti dal padre Poemen, gli raccontarono la cosa. Dopo averli consolati, mandò a dire a quel monaco: «Il padre Poemen ti chiama». E il fratello venne da lui. L'anziano, vedendo che era tribolato, si alzò ad abbracciarlo. E, intrattenendosi amichevolmente con lui, lo pregò di mangiare. Quindi il padre Poemen mandò uno dei suoi fratelli a dire all'anacoreta: «Da molti anni desideravo vederti, perché avevo sentito parlare di te. Tuttavia, per la pigrizia di entrambi, non ci siamo incontrati; ma ora, per volontà di Dio e poiché si presenta un'occasione, datti pena di venire fin qui e ci vedremo». Egli non soleva uscire di cella ma, udendo le parole dell'anziano, disse: «Se non glielo avesse rivelato Iddio, non mi avrebbe mandato a chiamare». Alzatosi, venne da lui; si salutarono con gioia e si sedettero. Il padre Poemen gli disse: «In un certo luogo vi erano due uomini ed entrambi avevano un morto. L'uno lasciò il suo morto e andò a piangere quello dell'altro»1. A queste parole fu preso da compunzione, si rammentò di ciò che aveva fatto e disse: «Poemen, su su in cielo, ma io giù giù sulla terra»
Un giorno in cenobio un fratello peccò. Vi era in quei luoghi un anacoreta che da molto tempo non usciva. Si recò da lui l'igumeno del cenobio, per raccontargli il caso del fratello caduto, ed egli disse: «Cacciatelo!». Lasciato il cenobio, il fratello entrò in una gola dei monti, e si fermò lì e piangeva. Avvenne che dei fratelli, che stavano andando dal padre Poemen, lo udirono piangere; avvicinatisi, lo trovarono in grande pena. E lo pregarono di alzarsi per andare dall'anziano. Ma egli si rifiutò dicendo: «Io muoio qui». Giunti dal padre Poemen, gli raccontarono la cosa. Dopo averli consolati, mandò a dire a quel monaco: «Il padre Poemen ti chiama». E il fratello venne da lui. L'anziano, vedendo che era tribolato, si alzò ad abbracciarlo. E, intrattenendosi amichevolmente con lui, lo pregò di mangiare. Quindi il padre Poemen mandò uno dei suoi fratelli a dire all'anacoreta: «Da molti anni desideravo vederti, perché avevo sentito parlare di te. Tuttavia, per la pigrizia di entrambi, non ci siamo incontrati; ma ora, per volontà di Dio e poiché si presenta un'occasione, datti pena di venire fin qui e ci vedremo». Egli non soleva uscire di cella ma, udendo le parole dell'anziano, disse: «Se non glielo avesse rivelato Iddio, non mi avrebbe mandato a chiamare». Alzatosi, venne da lui; si salutarono con gioia e si sedettero. Il padre Poemen gli disse: «In un certo luogo vi erano due uomini ed entrambi avevano un morto. L'uno lasciò il suo morto e andò a piangere quello dell'altro»1. A queste parole fu preso da compunzione, si rammentò di ciò che aveva fatto e disse: «Poemen, su su in cielo, ma io giù giù sulla terra»