Quando questo padre Giovanni fu in punto di morte, e se ne andava a Dio con slancio e con gioia, i fratelli lo attorniavano e volevano che lasciasse loro in eredità una parola breve e salutare1, per poter giungere alla perfezione in Cristo2. Egli disse gemendo: «Non ho mai compiuto la mia volontà, non ho mai insegnato a nessuno qualcosa che non avessi prima fatto».
Quando questo padre Giovanni fu in punto di morte, e se ne andava a Dio con slancio e con gioia, i fratelli lo attorniavano e volevano che lasciasse loro in eredità una parola breve e salutare1, per poter giungere alla perfezione in Cristo2. Egli disse gemendo: «Non ho mai compiuto la mia volontà, non ho mai insegnato a nessuno qualcosa che non avessi prima fatto».
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Note
1 In conformità alla dottrina abituale dei padri, la parola dell'anziano è considerata come un'entità molto concreta, che è consegnata, lasciata in eredità ai fratelli che la chiedono e la accolgono con fede. È molto forte il termine che essi usano per qualificare questa parola: «salvifica», sôtêrios, termine che il Nuovo Testamento usa soltanto una volta, per designare la grazia di Dio manifestatasi nel Cristo Salvatore (cf. Tt 2, 11). Con questo termine essi mostrano la loro fede nel carisma proprio della parola degli anziani: quello di essere non tanto un consiglio o un'indicazione, ma una parola efficace e operante (per una certa analogia con la Parola di Dio, che non torna indietro senza avere compiuto ciò per cui è stata mandata: cf. Is 55, 11).
2 Cf. Ef 4, 13.
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Fonte: L. Mortari, Vita e detti dei Padri del deserto, Città Nuova, ed. 2012
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