È importante che preghiamo per coloro che se ne sono andati prima di noi – Sebbene non conosciamo i bisogni e le preoccupazioni di coloro che hanno lasciato questa vita, sappiamo che Dio conosce i loro bisogni. Quindi, nello stesso modo in cui preghiamo per i bisogni dei nostri amici e della nostra famiglia, comprendendo che Dio sa di cosa hanno bisogno, preghiamo per coloro che sono andati avanti prima di noi.
La Chiesa Apostolica Ortodossa Cattolica ha sempre pregato per i suoi morti. Sebbene il Nuovo Testamento non affronti direttamente l'argomento della preghiera per i morti, e anche se ci viene detto che i nostri cari defunti sono con il Signore (1 Tessalonicesi 4, 13), il Santo Apostolo Paolo prega per un amico, perché egli possa “trovare misericordia presso Dio in quel giorno”, cioè quello del giudizio (2 Timoteo 1, 16-18).
In 2 Maccabei 12, 4, leggiamo di ebrei pii che offrono preghiere per il perdono dei loro compagni ebrei che erano morti, e così noi Cristiani abbiamo ereditato la pratica di pregare per i nostri morti. La storia della Chiesa mostra che l'intercessione per i morti ha sempre fatto parte della vita liturgica della Chiesa.
Poiché Cristo è risorto dai morti e ha calpestato la morte con la Sua stessa morte, la barriera tra i vivi e i morti è stata eliminata. Poiché non vi è separazione tra i santi che sono andati avanti prima di noi (la Chiesa trionfante) e quelli qui sulla terra (la Chiesa militante), coloro che hanno lasciato questa vita sono altrettanto con noi e altrettanto parte della Chiesa come coloro con cui ci troviamo per pregare nei nostri templi, qui su questa terra. Poiché non c'è separazione tra i santi in cielo e quelli sulla terra, che sono tra di noi, possiamo pregare per loro nello stesso modo in cui preghiamo gli uni per gli altri. Chiediamo ai nostri amici, sia che sono in paradiso o qui sulla terra, di pregare per noi. Poiché non c'è separazione nella morte, preghiamo gli uni per gli altri.
Sebbene non conosciamo i bisogni e le preoccupazioni di coloro che hanno lasciato questa vita, sappiamo che Dio conosce i loro bisogni. Quindi, nello stesso modo in cui preghiamo per i bisogni dei nostri amici e della nostra famiglia, comprendendo che Dio sa di cosa hanno bisogno, preghiamo per coloro che sono andati avanti prima di noi, confidando che Dio è a conoscenza di ciò che essi richiedono.
Sebbene i nostri amici protestanti insegnino che sia il giudizio dopo la morte a determinare lo stato eterno dell'anima, la morte [in realtà] determina solo lo stato e la "residenza" dell'anima nel mondo spirituale. Perciò non dobbiamo confondere questo giudizio particolare e questa disposizione temporanea, con la disposizione eterna dell'anima, che sarà determinata al Grande Giudizio. Alla risurrezione generale, ognuno di noi sarà giudicato da Dio, il Quale vedrà se dentro di noi avremo o meno la 'scintilla' della grazia, e coloro che hanno quella scintilla saranno portati nel Regno di Dio, mentre quelli che non l'hanno saranno gettati nelle tenebre esteriori. Quando preghiamo per i defunti, lo facciamo sapendo che il giudizio finale non è ancora avvenuto e, sebbene non sappiamo quali siano i bisogni specifici dei defunti, possiamo semplicemente elevarli a Dio chiedendo la Sua misericordia, proprio come facciamo per la nostra famiglia e i nostri amici in questa vita.
Con affetto in Cristo,
Egumeno Tryphon
La rubrica in italiano, L'Offerta del mattino, nasce con la benedizione di p. Tryphon
Traduzione libera a cura di Milo (Giovanni) Felletti
Collaboratore — Sono nato nel 1993 a Bologna, città che mi ha visto crescere e dove tuttora risiedo. Nel 2018 ho iniziato a leggere il Nuovo Testamento e al termine di un percorso, durato 15 mesi, sono stato battezzato nella Chiesa ortodossa col nome di Giovanni. per hristos.it
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Fonte: blogs.ancientfaith.com/morningoffering/2021/01/praying-for-the-dead/?fbclid=IwAR3M5GcGveFsLdwvmWA1tnsfK3-E9WkA61Nlpw9GOm7V9FEkidFdla3lqhM
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