ratelli, Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco. A Damasco, il governatore del re Areta montava la guardia alla città dei Damasceni per catturarmi, ma da una finestra fui calato per il muro in una cesta e così sfuggii dalle sue mani.
Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare. Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò fuorchè delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me.
Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.
ratelli, ricordatevi delle vostre guide che vi hanno annunciato la parola di Dio e, considerando l’esito della loro vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e nei secoli. Non lasciatevi trascinare qua e là da dottrine varie e strane. E’ bene infatti che il cuore sia rafforzato dalla grazia e non dai cibi, che non giovarono a quelli che erano in cammino. Noi abbiamo un altare da cui non possono mangiare quelli che prestano culto nella tenda. Il sangue di quegli animali, per il peccato, viene introdotto dal sommo pontefice nel santuario; le carcasse vengono bruciate fuori dell’accampamento. Perciò anche Gesù, per santificare il popolo mediante il proprio sangue, ha patito fuori della porta. Usciamo dunque verso di lui fuori dell’accampamento, portando il suo obbrobrio. Infatti non abbiamo qui una città permanente, ma andiamo in cerca di quella futura. Per mezzo di lui dunque offriamo continuamente a Dio una vittima di lode, cioè il frutto di labbra che proclamano il suo nome. Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione: di tali sacrifici Dio si compiace. [Padri]
Nota di redazione sulle Letture del giornoLe Letture del giorno pubblicate seguono il Calendario giuliano ecclesiastico.
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