ratelli, quando Dio fece la promessa ad Abramo, poiché non poteva giurare per qualcuno superiore a sé, giurò per se stesso, dicendo: Certo, benedicendo ti benedirò e moltiplicando ti moltiplicherò. E così, avendo pazientato, ottenne la promessa. Gli uomini, infatti, giurano per uno maggiore di loro e il giuramento è per loro termine d'ogni controversia. Perciò Dio, volendo esibire agli eredi della promessa una prova più convincente dell'immutabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento, affinché – mediante due atti immutabili nei quali è impossibile che Dio mentisca – noi, che ci siamo rifugiati in lui, avessimo un forte incoraggiamento a impadronirci della speranza che ci è proposta. In essa abbiamo per l'anima un'ancora sicura e solida, che entra all'interno della cortina, dove - come precursore - è entrato per noi Gesù, divenuto per l'eternità gran sacerdote secondo l'ordine di Melchisédek.
Nota di redazione sulle Letture del giornoLe Letture del giorno pubblicate seguono il Calendario giuliano ecclesiastico.
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