ratelli, miei, non siate in molti a farvi maestri: sappiate che così riceveremo una sentenza più severa. Tutti infatti inciampiamo in tante cose e se uno non inciampa nel parlare è un uomo perfetto, che può tenere a freno tutto il corpo. Se mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, guidiamo tutto il loro corpo. Ecco, anche le navi tanto grandi e spinte da forti venti, con un piccolissimo timone sono guidate là dove vuole il desiderio del pilota. Così anche la lingua: è un membro minuscolo, ma si vanta di grandi cose. Ecco: un così piccolo fuoco incendia una così grande foresta! E la lingua è fuoco! La lingua, un mondo d'iniquità, è posta tra le nostre membra, insudicia tutto il corpo, brucia la ruota della vita ed è bruciata dalla Gheenna. La natura delle bestie, dei volatili, dei serpenti e degli animali marini è domata e resa mansueta dalla natura umana ma nessuno può domare la lingua dell'uomo: è un male incontrollabile, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo Dio Padre, con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. Dalla stessa bocca esce benedizione e maledizione. Non conviene che avvenga così, fratelli miei!
ratelli, a noi occorreva un tale gran sacerdote: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori, elevato al di sopra dei cieli. Egli non ha bisogno, tutti i giorni, come i sommi pontefici, di offrire vittime prima per i propri peccati, poi per quelli del popolo, perché lo ha fatto una volta per tutte offrendo se stesso. Infatti la Legge costituisce sommi pontefici uomini soggetti a debolezza, mentre la parola del giuramento, successiva alla Legge, ha perfezionato per l’eternità il Figlio. Il punto capitale delle cose dette è questo: noi abbiamo un tale gran sacerdote che si è assiso alla destra del trono della Maestà nei cieli, liturgo del santuario e della tenda, quella vera che ha piantato il Signore, non un uomo. [San Giovanni]
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Nota di redazione sulle Letture del giornoLe Letture del giorno pubblicate seguono il Calendario giuliano ecclesiastico.