Nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. In quello stesso giorno entrò nell'arca Noè con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli: essi e tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame secondo la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati. Vennero dunque a Noè nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui è il soffio di vita. Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui.
Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l'arca che si innalzò sulla terra. Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e l'arca galleggiava sulle acque. Le acque si innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo. Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto.
Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra asciutta morì.
Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca.
Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni.
Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che erano con lui nell'arca. Dio fece passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono. Le fonti dell'abisso e le cateratte del cielo furono chiuse e fu trattenuta la pioggia dal cielo; le acque andarono via via ritirandosi dalla terra e calarono dopo centocinquanta giorni. [Genesi 7, 11-8, 3]
l figlio saggio rende lieto il padre; il figlio stolto contrista la madre. Non giovano i tesori male acquistati, mentre la giustizia libera dalla morte. Il Signore non lascia patir la fame al giusto, ma delude la cupidigia degli empi. La mano pigra fa impoverire, la mano operosa arricchisce. Chi raccoglie d'estate è previdente; chi dorme al tempo della mietitura si disonora. Le benedizioni del Signore sul capo del giusto, la bocca degli empi nasconde il sopruso. La memoria del giusto è in benedizione, il nome degli empi svanisce. L'assennato accetta i comandi, il linguacciuto va in rovina. Chi cammina nell'integrità va sicuro, chi rende tortuose le sue vie sarà scoperto. chi chiude un occhio causa dolore, chi riprende a viso aperto procura pace. Fonte di vita è la bocca del giusto, la bocca degli empi nasconde violenza. L'odio suscita litigi, l'amore ricopre ogni colpa. Sulle labbra dell'assennato si trova la sapienza, per la schiena di chi è privo di senno il bastone. I saggi fanno tesoro della scienza, ma la bocca dello stolto è un pericolo imminente. I beni del ricco sono la sua roccaforte, la rovina dei poveri è la loro miseria. Il salario del giusto serve per la vita, il guadagno dell'empio è per i vizi. E' sulla via della vita chi osserva la disciplina, chi trascura la correzione si smarrisce. Placano l'odio le labbra sincere, chi diffonde la calunnia è uno stolto. Nel molto parlare non manca la colpa, chi frena le labbra è prudente. Argento pregiato è la lingua del giusto, il cuore degli empi vale ben poco. Le labbra del giusto nutriscono molti, gli stolti muoiono in miseria. La benedizione del Signore arricchisce, non le aggiunge nulla la fatica. [Proverbi 10, 1-22]
Nota di redazione sulle Letture del giornoLe Letture del giorno pubblicate seguono il Calendario giuliano ecclesiastico.
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