Nel nome del Padre, del Figlio e del Santo Spirito. Oggi, celebriamo la festa del Santo Spirito. Che cosa sappiamo di lui? Abbiamo sentito parole meravigliose di preghiera, ieri, in occasione della domenica della Trinità (Pentecoste), ma riflettiamo un po' su Lui, sul nome che riceve nell'Evangelo, che traduciamo come "Consolatore" o "Avvocato" secondo le lingue moderne occidentali. È, infatti, Colui che conforta, Colui che ci consola della nostra separazione da Cristo, che ci consola poiché siamo come orfani che aspiriamo ad essere con Cristo il nostro Dio e Salvatore, e che sa che fino a quando saremo nella carne – e sono proprio le parole di san Paolo – noi ne saremo separati
Ma perché possa essere il nostro Consolatore, perché possa confortarci, noi dobbiamo prima di tutto essere consapevoli del fatto che ne siamo separati, ed è la prima questione che dobbiamo porre a noi stessi: ne siamo coscienti, o viviamo nell'illusione che siamo in Dio e Dio in noi, e che null'altro è necessario? Ci sono così tante cose più necessarie!
È anche Colui che, come Consolatore, ci dà la forza, e la forza per vivere nonostante la separazione, la forza per tenerci fermi, e per essere uomini zelanti nell'adempimento della Volontà e dei comandamenti di Dio, Colui che ci può dare vigore nell'anima, determinazione, capacità di agire. Ma di nuovo, tutto ciò è possibile soltanto se ci volgiamo verso Lui e diciamo: Vieni, e dimora in noi! Purificaci da ogni sozzura! Non essere soltanto il nostro Consolatore, ma anche la nostra forza!
Per finire, è Colui che ci dà, fin d'ora, la gioia della conoscenza della nostra prossimità con Dio, anche quando sembra esserci una distanza infinita tra Dio e noi, è questo gemito ineffabile che parla a Dio dalle profondità del nostro essere; Colui che, poiché siamo il popolo di Cristo stesso, i suoi fratelli e sorelle in umanità – e sono proprio lì le Sue parole – fa che siamo i figli del Padre. La gioia di tutto ciò, la meraviglia di tutto ciò, la dignità di tutto ciò! Ed anche quale responsabilità terribile che viene insieme a tutto ciò...
Se riflettiamo sul nostro mondo, che è ad un punto completamente estraneo a Dio, lo Spirito è già l'inizio della vita eterna. La Sua presenza è un fatto decisivo. Colpisce contro le rocce come il mare, rompe le resistenze. È la gioia dell'eternità bussando alla nostra porta, facendo brutalmente irruzione nelle nostre vite; ricordandoci di Dio nostro Padre, di Cristo il nostro Salvatore, e della nostra grandezza e della nostra dignità davanti a Dio, mostrandoci che qualsiasi cosa è possibile con la potenza di Cristo che ci sostiene.
Di conseguenza, celebriamo questa festa degnamente e con azione di grazia. E possa lo Spirito di Dio, che scende sotto forma di lingue di fuoco sugli Apostoli, venire anche su noi – forse come un fuoco che ci accende e ci fa somigliare al Roveto Ardente, o che ci tocca come il soffio di vento leggero che il profeta Elia udì nel deserto, nel quale si trovava Dio, nella sua pacifica umiltà, nel Suo abbandono per noi, nel Suo amore per noi. Amìn.