Il 29 dicembre, post-festa della Natività, commemoriamo i santi 14.000 bambini che furono messi a morte dal re Erode nel suo tentativo di uccidere il neonato Messia (Matteo 2, 16).
I santi 14.000 bambini furono uccisi da Erode a Betlemme. Quando giunse il momento per l'Incarnazione del Figlio di Dio e la sua nascita dalla Santissima Vergine Maria, alcuni Magi in Oriente videro una nuova stella nel cielo, che preannunciava la Natività del Re dei Giudei. Andarono subito a Gerusalemme per adorare il Bambino, e la stella mostrò loro la strada. Dopo aver adorato il Bambino divino, non fecero ritornò da Erode a Gerusalemme, come aveva ordinato loro, ma avvertiti da Dio in sogno, se ne tornarono al loro paese per un'altra strada. Erode capito finalmente che il suo stratagemma per trovare il bambino non aveva avuto successo, ordinò che tutti i bambini maschi dai due anni in giù a Betlemme e dintorni venissero uccisi. Pensava che il divino Bambino, da lui considerato un rivale, sarebbe stato tra i bambini uccisi.
Quei bambini uccisi divennero così i primi martiri per Cristo. La rabbia di Erode scese anche su Simeone il giusto, che aveva proclamato davanti a tutti nel tempio che il Messia era nato. Quando il Santo Vecchio morì, Erode negò il permesso di un'adeguata sepoltura. Su ordine del re Erode, fu ucciso inoltre il santo profeta e sacerdote Zaccaria. Fu assassinato a Gerusalemme, tra il Tempio e l'altare (Matteo 23, 35) perché non voleva rivelare la sorte di suo figlio Giovanni, il battista e precursore del Signore Gesù Cristo.
L'ira di Dio presto si abbatté sullo stesso Erode: colpito da un male terribile morì, divorato dai vermi, mentre era ancora in vita. Prima della sua morte, l'empio re uccise i sommi sacerdoti e gli scribi degli Ebrei, e anche suo fratello e sua sorella insieme al cognato, uccise anche la propria moglie Mariam, e tre dei suoi figli; fece uccidere settanta saggi che facevano parte del Sinedrio. Volle questo bagno di sangue in modo che il giorno della sua morte non sarebbe stato giorno di gioia, ma di lutto.
Oggi si fa commemorazione anche di tutti i cristiani ortodossi che sono morti di fame, di sete, di freddo o di spada.