Il grande e santo Mercoledì

L'Unzione di BetaniaIl mercoledì sera, il Signore passò per Betania (Mt 26, 6-17). Mentre si trovava nella casa di Simone il lebbroso, e i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani avevano già deciso in assemblea di prendere Gesù Cristo con il tradimento e di ucciderLo, una certa "peccatrice" versò della mirra preziosa sulla testa del Salvatore, e in questo modo, Lo preparò per la sepoltura, come egli stesso considerò la sua azione. Qui, allo stesso tempo, all'opposto dell'atto disinteressato della peccatrice, l'intenzione criminale di tradire il suo Maestro e Signore presso l'empia assemblea nacque nell'anima ingrata di Giuda, uno dei 12 discepoli del Salvatore. Pertanto, negli Uffici del santo mercoledì, la peccatrice è glorificata, e l'amore del denaro ed il tradimento di Giuda sono disprezzati e maledetti. La santa Chiesa canta: "Quando la peccatrice Ti aveva portato la mirra – allora il discepolo s'intese con gli iniqui – L'una si rallegrava di versare il prezioso profumo – l'altro se ne andava a vendere Colui che non ha prezzo – Lei riconobbe il Maestro, quello dal Maestro si separava – Quella fu liberata. Ma Giuda fu asservito al nemico" – "O, l'empietà di Giuda – Dio, da ciò libera le nostre anime".

Il santo mercoledì è l'ultimo giorno della Grande Quaresima e del pentimento, e con esso si completa così l'ordo degli Uffici della Grande Quaresima. Questo è espresso anche da alcune delle caratteristiche degli uffici ecclesiastici del santo mercoledì, cioè: in occasione del Congedo delle Ore, la preghiera "O Signore, abbondante di misericordia" che è normalmente letta durante le grandi Compiete è letta sul popolo che è prosternato al suolo1; durante la Liturgia dei Presantificati le grandi prosternazioni vengono compiute dopo il "Benedetto è il nome del Signore" per l'ultima volta, e "se le prosternazioni sono concluse nella pratica della Chiesa, continueranno ad essere fatte nelle celle anche fino al Grande Venerdì", cioè in chiesa sono terminate le grandi prosternazioni, ma non le piccole, come si evidenzia, ad esempio, dall'ordo del Compieta, dove si dice: "compiamo 3 prosternazioni, tutte lentamente". Il santo mercoledì si conclude anche la lettura delle grandi Compiete, e la lettura dei Kathismi nei Mattutini, Ore e Vespri. "A partire da questo momento, il testo proprio del santo del giorno non è più cantato durante l'Ufficio di mezzanotte e fino alla settimana di Tommaso. Nelle cattedrali, cantano anche i laici".

Nei racconti evangelici, tre donne furono degne di ungere Cristo con mirra in tre diverse sere. Menzionata dall'Evangelista Luca (7, 36-50), la peccatrice che unse il Salvatore con la mirra la sera a Gerusalemme nella casa di Simone il Fariseo era, secondo la tradizione, Maria Maddalena, "dalla quale erano usciti sette demòni" (Lc 8, 2). Un'altra donna che unse il Salvatore di mirra la sera, che era a Betania 6 giorni prima della Pasqua, era Maria, la sorella di Lazzaro (Gv 12, 1-11). Anche la terza sera ebbe luogo a Betania, ma avvenne due giorni prima della Pasqua, nella casa di Simone il lebbroso, e questa volta una donna diversa dalle prime due fu trovata degna di ungere il Salvatore con mirra (Mt 26, 6-13; Mc 14, 1-9). Secondo il commento di san Giovanni Crisostomo, l'Evangelista Matteo, nel racconto della sera nella casa di Simone il lebbroso, "non ha citato senza ragione lo stato di lebbroso di Simone, ma allo scopo che possa mostrare la ragione per la quale la donna aveva osato avvicinarsi a Gesù. Poiché la lebbra era considerata come una malattia impura ed abominevole, tuttavia ella aveva visto Gesù allo stesso tempo curare l'uomo e purificarlo della sua lebbra, altrimenti Egli non avrebbe scelto di restare nella casa del lebbroso, così sperava che Gesù avrebbe potuto facilmente purificare anche l'impurità presente nella sua anima" (vedi Sinassario del santo mercoledì).

Nella vita quotidiana, in particolare presso i ricchi, ungere qualcuno di mirra era qualcosa di molto comune in Oriente, in parte perché era necessario a causa del clima torrido, ed in parte perché era piacevole e utile. Erano particolarmente unti durante i festeggiamenti, durante le presentazioni dei dignitari, o mentre ricevevano a casa degli amici particolarmente intimi. Di solito, ungevano i capelli, la fronte, la faccia, la barba, e quando volevano esprimere un rispetto particolare per una persona, anche le gambe. Soprattutto, gli ebrei avevano l'abitudine di imbalsamare i morti con balsami aromatici.

"È stato compiuto", insegna san Giovanni Crisostomo, "ciò che era stato annunciato in anticipo da Cristo riguardo alla peccatrice. Dovunque andrete nel mondo, ovunque ascolterete ciò che questa donna ha fatto; e ciò nonostante non sia conosciuta, e che non vi siano stati molti testimoni. Chi dunque lo ha proclamato, e ha fatto sì che ciò si sia diffuso in tal modo? È stata la potenza di Colui che pronunciò queste parole. E così è trascorso molto tempo, e tuttavia, la memoria di questo evento non è svanita, ma i Persiani e gli Indiani, gli Sciti ed i Traci, i Samaritani ed i Mori, e gli abitanti delle Isole Britanniche, tutti diffondono in giro ciò che è stato compiuto in segreto in una casa da una peccatrice". "Come dunque Giuda ha potuto diventare il traditore, mi chiederete, dopo essere stato chiamato da Cristo? Perché la chiamata di Dio non è coercitiva, né forza la volontà di quelli che non vogliono scegliere la virtù, ma ammonisce, e consiglia, e fa e sistema tutte le cose per persuaderli a diventare buoni; ma se alcuni non desiderano diventare buoni, Dio non li forza".

 

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Note

1 Nella cattedrale della Dormizione a Mosca, nel XVII secolo, al Congedo delle Ore, era compiuto il "Rito del Perdono" speciale quando lo zar sovrano entrava nella cattedrale. Questo Rito era lo stesso di quello compiuto la domenica del Perdono prima della santa Quaresima. Da quell'epoca, il rito del perdono è compiuto in questo giorno nei nostri monasteri (Perm Eparchialjniia Vedomosti/ Messager Diocésain de Perm, 1889, 7).

 

Tratto da "tradizione.oodegr.com/tradizione_index/commentilit/mercolediboulgakov.htm : S. V. Bulgakov, Manuel pour serviteurs de l'Église, 2ème éd., 1274 pp. (Kharkov, 1900) pp. 536-7"

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