Raccontavano che padre Silvano rimase nascosto nella sua cella con dei piccoli ceci, e con essi fece un lavoro di cento setacci. Ed ecco giungere dall'Egitto un uomo che aveva un asino carico di pani. Dopo aver bussato alla porta, li depose. L'anziano, prese i setacci, caricò l'asino e lo congedò1
Raccontavano che padre Silvano rimase nascosto nella sua cella con dei piccoli ceci, e con essi fece un lavoro di cento setacci. Ed ecco giungere dall'Egitto un uomo che aveva un asino carico di pani. Dopo aver bussato alla porta, li depose. L'anziano, prese i setacci, caricò l'asino e lo congedò1
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Note
1 Il testo presenta qualche difficoltà di interpretazione, ma il senso globale pare chiarissimo: senza necessità di uscire dalla sua cella, dove è custodito «nel segreto», senza bisogno di scambiare una parola, Silvano ottiene da Dio, al momento giusto e nella giusta misura, il nutrimento necessario per continuare la sua vita di solitudine. Il detto n. 9 conferma questa interpretazione e dà le ragioni spirituali più profonde di tale comportamento.
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Fonte: L. Mortari, Vita e detti dei Padri del deserto, Città Nuova, ed. 2012