Molti dei suoi discepoli raccontavano di lui anche questo: «Un giorno fu portato loro del pesce che il cuoco frisse e consegnò poi al cellerario. Sopraggiunta una qualche altra necessità, il cellerario uscì dalla dispensa lasciando il pesce in un recipiente per terra, raccomandando a un piccolo discepolo del beato Gelasio di custodirlo fino al suo ritorno. Ma il bambino, vinto dalla gola, si mise a mangiare avidamente il pesce. Quando il cellerario rientrò e lo trovò che mangiava seduto per terra, preso dalla collera, gli diede incautamente un calcio. Il bambino, colpito mortalmente da un'energia demoniaca, perse i sensi e morì. Il cellerario, in preda a grande timore, lo avvolse nella sua stuoia e, tenendolo coperto, andò a gettarsi ai piedi del padre Gelasio e gli riferì l'accaduto. Gelasio gli ingiunse di non dirlo a nessun altro, di portarlo nel diaconico1 la sera, dopo che tutti fossero andati a letto, di porlo di fronte all'altare e poi andarsene. Quindi l'anziano, entrato nel diaconico, vi rimase in preghiera. Quando i fratelli si riunirono per la salmodia notturna, l'anziano uscì seguito dal fanciullo. E fino alla sua morte nessuno seppe il fatto tranne lui e il cellerario»
Molti dei suoi discepoli raccontavano di lui anche questo: «Un giorno fu portato loro del pesce che il cuoco frisse e consegnò poi al cellerario. Sopraggiunta una qualche altra necessità, il cellerario uscì dalla dispensa lasciando il pesce in un recipiente per terra, raccomandando a un piccolo discepolo del beato Gelasio di custodirlo fino al suo ritorno. Ma il bambino, vinto dalla gola, si mise a mangiare avidamente il pesce. Quando il cellerario rientrò e lo trovò che mangiava seduto per terra, preso dalla collera, gli diede incautamente un calcio. Il bambino, colpito mortalmente da un'energia demoniaca, perse i sensi e morì. Il cellerario, in preda a grande timore, lo avvolse nella sua stuoia e, tenendolo coperto, andò a gettarsi ai piedi del padre Gelasio e gli riferì l'accaduto. Gelasio gli ingiunse di non dirlo a nessun altro, di portarlo nel diaconico1 la sera, dopo che tutti fossero andati a letto, di porlo di fronte all'altare e poi andarsene. Quindi l'anziano, entrato nel diaconico, vi rimase in preghiera. Quando i fratelli si riunirono per la salmodia notturna, l'anziano uscì seguito dal fanciullo. E fino alla sua morte nessuno seppe il fatto tranne lui e il cellerario»
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Note
1 Quella parte della chiesa dove i ministri si preparavano; equivale cioè alla nostra sacrestia.
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Fonte: L. Mortari, Vita e detti dei Padri del deserto, Città Nuova, ed. 2012