I santi padri di Scete fecero questa profezia sull'ultima generazione. «Che cosa abbiamo compiuto noi?», dissero. Uno di loro, il grande padre Ischirione, rispose: «Abbiamo osservato i comandamenti di Dio». Ed essi a lui: «Ma che faranno invece quelli dopo di noi?». «Giungeranno alla metà della nostra opera». «E quelli dopo di loro?». Disse: «Non eguaglieranno in nulla la generazione precedente, ma la tentazione sopravverrà1 su di loro, e quelli che in quel tempo saranno trovati provati2, saranno trovati più grandi di noi e dei nostri padri»3
I santi padri di Scete fecero questa profezia sull'ultima generazione. «Che cosa abbiamo compiuto noi?», dissero. Uno di loro, il grande padre Ischirione, rispose: «Abbiamo osservato i comandamenti di Dio». Ed essi a lui: «Ma che faranno invece quelli dopo di noi?». «Giungeranno alla metà della nostra opera». «E quelli dopo di loro?». Disse: «Non eguaglieranno in nulla la generazione precedente, ma la tentazione sopravverrà1 su di loro, e quelli che in quel tempo saranno trovati provati2, saranno trovati più grandi di noi e dei nostri padri»3
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Note
1 Cf. Ap 3, 10.
2 Anche qui non si tratta di un'esatta citazione biblica, ma dell'accostamento di due espressioni neotestamentarie ricorrenti in vari luoghi (cf. 1 Cor 4, 2; 11, 19 e par.).
3 Questo tema ricorre frequentemente; è messo in bocca persino ad Antonio (n. 23), non senza un certo anacronismo. In parte ci troviamo senz'altro di fronte a un genere letterario ereditato dalla tradizione classica, la «lode del tempo passato». Ma non si tratta soltanto di questo; in grande conformità con i discorsi escatologici degli Evangeli (cf. Mt 24 e par.) e con il libro dell'Apocalisse, i padri del deserto affermano un aspetto imprescindibile della dinamica del reale, l'inasprirsi della lotta delle potenze del male e il radicalizzarsi del conflitto nell'avvicinarsi del giorno finale (cf. Sisoes 11). Ne consegue un grande venir meno della fede (cf. Lc 18, 8), il moltiplicarsi della malvagità, il raffreddarsi della carità di molti (cf. Mt 24, 12); nella vita dei monaci, col passare delle generazioni, si assiste allo scadimento di tanti aspetti (cf. Isacco delle Celle 7; Giovanni Nano 14; Macario 5 e par. – vedi in questo quadro anche l'ossessione omosessuale –, 25; Poemen 166, ecc.). Si aggiunge per i deserti d'Egitto la situazione traumatica provocata dagli eventi di Nitria e soprattutto dalla devastazione di Scete (vedi pp. 93 e 221, ecc. Cf. Introd., p. 54). La conclusione del detto di Ischirione è la seguente: chi avrà perseverato fino alla fine in tali condizioni, non solo sarà salvato (cf. Mt 10, 22 e par.), ma sarà trovato più grande dei suoi predecessori.
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Fonte: L. Mortari, Vita e detti dei Padri del deserto, Città Nuova, ed. 2012
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