Una volta il padre Agatone chiese al padre Alonio: «Come posso trattenere la mia lingua dal dire menzogne?». Dice a lui il padre Alonio: «Se non mentisci, farai molti peccati ». «Come?», chiede l'altro. E l'anziano a lui: «Ecco, due uomini commettono un delitto dinanzi ai tuoi occhi, e uno fugge nella sua cella. Lo cerca un funzionario e ti chiede: – Il delitto è avvenuto di fronte a te? Se non mentisci, consegni un uomo alla morte; lascialo piuttosto libero dinanzi a Dio: è Lui che sa tutto»1
Una volta il padre Agatone chiese al padre Alonio: «Come posso trattenere la mia lingua dal dire menzogne?». Dice a lui il padre Alonio: «Se non mentisci, farai molti peccati ». «Come?», chiede l'altro. E l'anziano a lui: «Ecco, due uomini commettono un delitto dinanzi ai tuoi occhi, e uno fugge nella sua cella. Lo cerca un funzionario e ti chiede: – Il delitto è avvenuto di fronte a te? Se non mentisci, consegni un uomo alla morte; lascialo piuttosto libero dinanzi a Dio: è Lui che sa tutto»1
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Note
1 Doroteo cita questo apoftegma al termine del suo capitolo sulla menzogna (Ins. IX, 102) come caso limite e assolutamente straordinario, come caso di grande necessità. Ma anche in tal caso non bisogna poi considerare con leggerezza la menzogna detta, ma «pentirsi e piangere davanti a Dio e ritenere questa cosa come un momento di prova». Egli ripete più volte che deve trattarsi di una grande necessità, che possa capitare solo rarissimamente.
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Fonte: L. Mortari, Vita e detti dei Padri del deserto, Città Nuova, ed. 2012