La tempesta solleva le onde del mare, finché il vento non si calma e i marosi non si calmano, né il mare si acquieta. Nell'anima negligente, i venti del male sollevano i ricordi dei parenti, degli amici, dei conoscenti, dei festini, delle feste, degli spettacoli, di tutti i ritrovati che servono al piacere; la incitano a parteciparvi con gli occhi, la conversazione, con l'intero corpo in modo da devastare il momento presente e il futuro. Quando, dopo, ti ritiri nella tua solitaria celletta, l'anima rimane devastata da tutto quello che ha visto e ascoltato. In tal modo il monaco spreca la sua vita inutilmente, quando lascia che i ricordi delle occupazioni mondane si imprimano nella sua mente come tracce lasciate dai piedi sulla neve. Se alimentiamo la belva che è in noi, in qual modo la faremo morire? Se continuiamo a dilettarci nella pratica e nei pensieri di folli relazioni mondane quando faremo estinguere le passioni della carne? Come riusciremo a vivere quella vita in Cristo cui ci siamo consacrati? Le impronte sulla neve svaniscono, fuse al calore del sole o cancellate dalla pioggia; i ricordi delle necessità e degli oggetti dei piaceri sensuali vengono cancellati o da Cristo che risplende luminoso nel cuore in preghiera, o dalla pioggia delle lacrime che scende accompagnata da intensa tenerezza e pietà. Il monaco che si comporta follemente come potrà cancellare le vecchie impressioni stampate
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