ratelli, ritengo di non essere in nulla inferiore agli “arciapostoli”. Se anche sono inesperto nel parlare, non lo sono nella conoscenza e ve l’abbiamo dimostrato in tutto e per tutto. Forse ho sbagliato ad umiliarmi per esaltare voi, quando gratuitamente vi ho annunziato il vangelo di Dio? Ho spogliato altre Chiese, prendendo lo stipendio per servire voi: quando fui da voi, pur trovandomi nel bisogno, non sono stato d’aggravio ad alcuno. Alle mie necessità vennero incontro i fratelli venuti dalla Macedonia; in niente sono stato o sarò di peso a voi. Per la verità di Cristo in me: nessuno mi toglierà questo vanto in terra d’Achaia! Perché? Perché non vi amo? Lo sa Dio! Ma lo faccio e lo farò ancora per togliere ogni pretesto a quelli che cercano un pretesto per essere come noi in quel di cui si vantano. Questi falsi apostoli, sono lavoratori fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo. Né fa meraviglia, perché anche Satana si maschera da angelo di luce. E’ naturale che anche i suoi ministri si mascherino da ministri di giustizia. Ma la loro fine sarà secondo le loro opere. Nessuno, lo ripeto, mi consideri scemo; se no, prendetemi pure per scemo, affinché possa anch’io vantarmi un poco. Quello che dico, non lo dico secondo il Signore, ma come da stolto, in questa ostinazione di vanto. Poiché molti si vantano secondo la carne, anch’io mi vanterò. E voi, sapienti come siete, sopportate volentieri gli scemi che saggi non sono: sopportate infatti chi vi asservisce, chi vi divora, chi vi sfrutta, chi è arrogante, chi vi schiaffeggia. Lo dico con vergogna: siamo stati deboli noi! Però in quello di cui altri ardisce vantarsi – lo dico da stolto – ardisco vantarmi anch’io.
Nota di redazione sulle Letture del giornoLe Letture del giorno pubblicate seguono il Calendario giuliano ecclesiastico.
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