Or la vigna dell'Eterno degli eserciti è la casa d'Israele, e gli uomini di Giuda son la piantagione ch'era la sua delizia; ei s'era aspettato rettitudine, ed ecco spargimento di sangue; giustizia, ed ecco grida d'angoscia! Guai a quelli che aggiungon casa a casa, che uniscon campo a campo, finché non rimanga più spazio, e voi restiate soli ad abitare in mezzo al paese! Questo m'ha detto all'orecchio l'Eterno degli eserciti: In verità queste case numerose saranno desolate, queste case grandi e belle saran private d'abitanti; dieci iugeri di vigna non daranno che un bato, e un omer di seme non darà che un efa. Guai a quelli che la mattina s'alzano di buon'ora per correr dietro alle bevande alcooliche, e fan tardi la sera, finché il vino l'infiammi! La cetra, il saltèro, il tamburello, il flauto ed il vino, ecco i loro conviti! ma non pongon mente a quel che fa l'Eterno, e non considerano l'opera delle sue mani. Perciò il mio popolo sen va in cattività per mancanza di conoscimento, la sua nobiltà muore di fame, e le sue folle sono inaridite dalla sete. Perciò il soggiorno de' morti s'è aperto bramoso, ed ha spalancata fuor di modo la gola; e laggiù scende lo splendore di Sion, la sua folla, il suo chiasso, e colui che in mezzo ad essa festeggia. E l'uomo del volgo è umiliato, i grandi sono abbassati, e abbassati son gli sguardi alteri; ma l'Eterno degli eserciti è esaltato mediante il giudizio e l'Iddio santo è santificato per la sua giustizia.