Sotto l'influenza del cittadino e agente francese Adamantios Koraes, ufficialmente riconosciuto dalla terza riunione nazionale ellenica del 1827 come il padre del neo-ellenismo, il nuovo Stato greco decise che la Chiesa di Grecia dovesse seguire l'esempio di quella russo-ortodossa. Quest'ultima viveva in un avanzato stato di occidentalizzazione [...] Lo Stato forzò letteralmente la Chiesa a separarsi dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, la Nuova Roma, creando così la Chiesa greca mentre, allo stesso tempo, dichiarava guerra al suo monachesimo.
L'essenziale procedimento storico, col quale divenne consuetudine eleggere vescovi che non fossero arrivati all'esperienza spirituale della quale i dogmi sono la verbale espressione, è descritto da san Simeone il Nuovo Teologo (1042), riconosciuto come il più grande tra i padri della Chiesa. Questo riconoscimento significa che la sua analisi storica è parte della stessa comprensione della Chiesa ortodossa.
I tre stadi di perfezione sono tre stadi di comprensione spirituale ed un tempo esistevano in ciascuna comunità cristiana. Queste comunità potrebbero essere paragonate a quelle universitarie nelle quali esistono degli studenti, dei ricercatori e dei professori. E' logico dedurre che i capi religiosi dovrebbero essere al più alto livello di illuminazione e, in nessun caso, dovrebbero essere al livello spirituale dei loro studenti.
La conseguenza del crollo della vita e della comprensione spirituale nel clero, causò l'espansione di un movimento ascetico parallelo alle comunità episcopali: il movimento monastico. Quest'ultimo conservò la tradizione profetica e apostolica nella spiritualità e nella teologia. Quando prevalse la consuetudine che i vescovi venissero eletti soprattutto dal monachesimo, l'antica tradizione dei vescovi come maestri di spiritualità e teologia venne potentemente ripristinata. Ciò avvenne anche grazie all'energico influsso di san Simeone il Nuovo Teologo. Tale restaurazione fu così forte da infondere alle Chiese romano-orientali la forza di sopravvivere non solo alla dissoluzione e alla scomparsa dell'Impero, ma di mantenere ad un livello particolarmente elevato la spiritualità e la teologia durante tutta l'occupazione ottomana dei quattro Patriarcati romano-orientali, fino alla cosiddetta rivoluzione greca.
Sotto l'influenza del cittadino e agente francese Adamantios Koraes, ufficialmente riconosciuto dalla terza riunione nazionale ellenica del 1827 come il padre del neo-ellenismo, il nuovo Stato greco decise che la Chiesa di Grecia dovesse seguire l'esempio di quella russo-ortodossa. Quest'ultima viveva in un avanzato stato di occidentalizzazione, iniziato dal tempo di Pietro il Grande (1672-1725). Lo Stato forzò letteralmente la Chiesa a separarsi dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, la Nuova Roma, creando così la Chiesa greca mentre, allo stesso tempo, dichiarava guerra al suo monachesimo. L'ignoranza incredibile di Adamantios Koraes è divenuta l'ideologia sulla quale è stata fondata la nuova spiritualità e la nuova teologia della Chiesa greca.
Condannando Massimo del Monte Athos e gli anziani del Trans-Volga nel sedicesimo secolo la Chiesa russa colpì profondamente la spiritualità e la teologia ortodossa. In altri termini, la Chiesa russa divenne come un custode di libri di astronomia, biologia e medicina, che aveva gettato i telescopi e i microscopi, utilizzati dagli scienziati. Questo fatto rese la Chiesa matura per accogliere l'occidentalizzazione promossa da Pietro il Grande.
Cogliamo una sorprendente ironia della storia se osserviamo che, mentre lo stato greco si sbarazzava della teologia e della spiritualità fondata sulla preghiera noetica, questa stessa tradizione veniva reintrodotta in Russia attraverso i figli spirituali di Paisios Velitchkovsky di Moldavia morto nel 1817.
Allo stesso tempo è stata una grande fortuna che i seguaci di Koraes al potere non estendessero lo Stato greco fino ai numerosi monasteri del Monte Athos abbandonati dall'Impero Ottomano. Altrimenti l'imbecillità di Adamantios Koraes avrebbe prodotto un effetto ancor più devastante sull'Ortodossia romana, ora denominata "bizantina". Lo stesso Adamantios Koraes si impegnò a convincere gli abitanti della vecchia Grecia d'aver dimenticato la loro reale identità nazionale: essi non sarebbero stati dei romani [e quindi i discendenti dei romano-orientali, n.d.c.], ma esclusivamente dei greci [e precisamente i discendenti degli antichi pagani elleni, n.d.c.]. Questo era quanto veniva ritenuto più ragionevole. Il progetto di Adamantios Koraes consisteva nel sostituire la spiritualità e la teologia patristica nonché la nazionalità romana con una filosofia e un nazionalismo greco basati su una teologia e una filosofia politica. Forse non è causale che la Francia napoleonica avesse rianimato tali politiche verso i romano-orientali, politiche stranamente simili a quelle carolinge descritte nella prima parte di questo libro. Napoleone era, dopo tutto, un discendente della nobiltà franca di Toscana, stabilitasi in Italia dal tempo di Carlomagno.
Ora questo progetto è morto. I più remoti prodromi della moderna scienza, il revival molto forte della teologia, della spiritualità patristica e dell'identità nazionale romana, cosiddetta bizantina, hanno contribuito a seppellire tale disegno.