ratelli, a me non avvenga mai di menar vanto se non nella croce del nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo del quale il mondo per me è stato crocifisso e io per il mondo. Infatti in Cristo Gesù né la circoncisione né il prepuzio sono alcunché, ma la nuova creatura. E quanti seguiranno questa regola, pace e misericordia su di loro e sull’Israele di Dio. D’ora innanzi nessuno m’infastidisca: porto infatti nel mio corpo i contrassegni di Cristo. La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia col vostro spirito, fratelli! Amin. [Ore Regali, ora I: Gal 6, 14-18]
n quel tempo, venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani tennero il Consiglio contro Gesù per metterlo a morte e, dopo averlo legato, lo consegnarono al governatore Pilato. Quando Giuda che lo aveva consegnato vide che era stato condannato, cambiò idea e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani, dicendo: "Ho peccato, ho consegnato sangue innocente!" Essi allora gli dissero: "Che importa a noi? Tu vedrai!" Egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I sommi sacerdoti, prese le monete d'argento, dissero: "Non è permesso metterle nel tesoro, poiché è prezzo di sangue". Quindi decisero in Consiglio di comprare con esse il Campo del Vasaio, per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo si chiama fino a oggi "Campo del Sangue". Allora si adempì quanto fu annunciato dal profeta Geremia: Presero le trenta monete d'argento, il prezzo del venduto che hanno mercanteggiato i figli d'Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore. Poi Gesù comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: "Sei tu il re dei Giudei?" E Gesù: "Tu lo dici!" E mentre i sommi sacerdoti e gli anziani lo accusavano, egli non rispondeva nulla. Allora Pilato gli dice: "Non senti quante cose attestano contro di te?" Ma non gli rispose neppure una sola parola, con grande meraviglia del governatore. In occasione della festa, il governatore era solito rilasciare alla folla un prigioniero, quello che volevano. Avevano allora un prigioniero famoso, Gesù chiamato Barabba. Mentre essi erano radunati, Pilato disse loro: "Chi volete che vi rilasci, Gesù Barabba oppure Gesù detto Cristo?" Sapeva infatti che per invidia l'avevano consegnato. Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie mandò a dirgli: "Nulla vi sia tra te e quel giusto, poiché oggi ho molto sofferto in sogno a causa sua". Ma i sommi sacerdoti e gli anziani convinsero la folla a chiedere Barabba e la morte di Gesù. Il governatore prese dunque la parola e domandò: "Chi dei due volete che vi rilasci?" Essi risposero: "Barabba!" E Pilato dice loro: "Che faccio allora di Gesù chiamato Cristo?" Tutti dicono: "Sia crocifisso!" Ed egli disse: "Ma che male ha fatto?" Ed essi gridavano più forte, dicendo: "Sia crocifisso!" Pilato, visto che non otteneva nulla e che il tumulto diventava più grande, prese dell'acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: "Io sono innocente del sangue di costui. Voi vedrete!" E tutto il popolo rispose e disse: "Il suo sangue sia su di noi e sui nostri figli". Allora liberò per loro Barabba e, avendo fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Quindi i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e riunirono contro di lui tutta la coorte. Lo spogliarono, lo avvolsero in un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero in testa, e una canna nella sua destra; si inginocchiavano davanti a lui e si prendevano gioco di lui, dicendo: "Salve, re dei Giudei!" E gli sputavano addosso; presero la canna e lo percuotevano sulla testa. E dopo averlo beffeggiato, lo spogliarono del manto e lo rivestirono delle sue vesti, e lo condussero via per essere crocifisso. Uscendo, trovarono un uomo di Cirene, di nome Simone, e lo costrinsero a portare la croce. Quando i soldati giunsero al luogo detto Golgotha, che è detto Luogo del Cranio, gli diedero da bere vino misto con fiele ma, assaggiatolo, non volle bere. Quando l'ebbero crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte e, seduti là, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo avevano apposto il motivo scritto della sua condanna: Questo è Gesù, il re dei Giudei. Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra, l'altro a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: "Tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!" Nello stesso modo anche i sommi sacerdoti si prendevano gioco di lui; insieme agli scribi e agli anziani dicevano: "Ha salvato altri e non può salvare se stesso! E' re d'Israele? Scenda ora dalla croce e gli crederemo! Ha confidato in Dio? Lo liberi, se lo vuole; infatti ha detto: Sono Figlio di Dio!" Allo stesso modo lo ingiuriavano anche i ladroni che erano crocefissi con lui. Dall'ora sesta ci fu tenebra su tutta la terra fino all'ora nona. Verso l'ora nona, Gesù gridò con voce grande, dicendo: "Ilì, Ilì, lemà savachthanì!", cioè: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Allora alcuni dei presenti, uditolo, dicevano: "Egli chiama Elia!" E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò a una canna, e gli dava da bere. Gli altri invece dicevano: "Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!" Poi Gesù di nuovo gridò con voce grande ed emise lo spirito. Ed ecco la cortina del tempio si lacerò in due dall'alto fino in basso, la terra si scosse, le rocce si spezzarono e i sepolcri si aprirono e molti corpi dei morti santi risuscitarono e usciti dai sepolcri dopo la sua risurrezione, entrarono nella santa città e apparvero a molti. Allora il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, avendo visto il terremoto e le cose accadute, furono molto spaventati e dissero: "Veramente costui era Figlio di Dio!" C'erano molte donne che guardavano da lontano - avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo - fra cui Maria Maddalena e Maria, la madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo. Quando si fece sera, venne un uomo ricco di Arimatea, di nome Giuseppe, il quale si era fatto lui pure discepolo di Gesù: andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò di consegnarlo. E avendo preso il corpo, Giuseppe lo avvolse in un lenzuolo intatto e lo pose in un sepolcro nuovo, che aveva scavato nella roccia. Rotolò una grande pietra alla porta e se ne andò. C'erano là Maria Maddalena e l'altra Maria, sedute davanti al sepolcro.
Il giorno dopo, che è quello dopo la parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: "Ci siamo ricordati, signore, che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché di notte non vengano i suoi discepoli, lo rubino e dicano al popolo: E' risuscitato dai morti. L'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!" Pilato disse loro: "Avete la guardia, andate e assicuratevi come sapete". Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia. [Ore Regali, ora I: Mt 27, 1-56]
ratelli, quando eravamo ancora infermi, al tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, è difficile che qualcuno sia disposto a morire per un giusto; per un buono forse uno osa anche morire. Ma Dio dimostra il suo amore per noi perché, essendo ancora peccatori, Cristo morì per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, da nemici, siamo stati riconciliati con Dio in virtù della morte del Figlio suo, quanto più, da riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione. [Ore Regali, ora III: Rm 5, 6-11]
n quel tempo i soldati condussero Gesù dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo vestono e lo avvolgono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela pongono in testa. Cominciarono poi a salutarlo: "Salve, re dei Giudei!" E gli percuotevano la testa con una canna, gli sputavano e, piegando le ginocchia, lo adoravano. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e lo rivestirono con le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. E costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, perché portasse la croce di lui. Lo portarono dunque al luogo del Gòlgotha, che si traduce: "Luogo del Cranio", e gli diedero da bere vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crociggono e si dividono le sue vesti, tirando a sorte su di esse per sapere chi e cosa prendere. Era l'ora terza quando lo crocifissero. E c'era l`iscrizione della sua condanna, che era stata scritta: Il re dei Giudei. Con lui crocifiggono anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. Così si compì la Scrittura che dice: E' stato annoverato tra i malfattori. I passanti lo bestemmiavano e, scuotendo il capo, esclamavano: "Uhà, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso e scendi dalla croce!" Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: "Ha salvato altri, non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d`Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo in lui". Anche quelli che erano stati crocefissi con lui lo ingiuriavano. Venuta la sesta ora, ci fu tenebra su tutta la terra fino alla nona ora. E all'ora nona Gesù gridò a gran voce: "Eloì, Eloì, lemà savachthanì?", che si traduce: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: "Ecco, chiama Elia!" Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: "Lasciate; vediamo se viene a toglierlo Elia". Ma Gesù, emise una voce grande e spirò. La cortina del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso. Allora il centurione che era presente, di fronte a lui, vedendo che era spirato gridando in quel modo, disse: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!" C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo il piccolo e di Iosì, e Salome, che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme. [Ore Regali, ora III: Mc 15, 16-41]
ratelli, il santificante e i santificati sono tutti da uno solo; per questo motivo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo all’assemblea ti loderò, e ancora: Io metterò la mia fiducia in lui; e inoltre: Eccoci, io e i figli che Dio mi ha dato. Poiché dunque i figli hanno comunicato al sangue e alla carne, anch’egli similmente ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che ha il potere della morte, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli, infatti, di certo non si prende cura degli angeli, ma del seme di Abramo si prende cura. Perciò doveva essere in tutto simile ai fratelli, per diventare un gran sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per avere patito, essendo stato messo alla prova, è in grado di portare aiuto a quelli che subiscono la prova. [Ore Regali, ora VI: Eb 2, 11-18]
Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati.
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».
Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.
Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.
Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest'uomo era giusto». Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti. [Ore Regali, ora VI: Lc 23, 32-49]
ratelli, avendo piena libertà di entrare nel santuario mediante il sangue di Gesù – che ha inaugurato per noi la via nuova e viva attraverso la cortina, cioè attraverso la sua carne – e avendo un gran sacerdote sulla casa di Dio, avviciniamoci di vero cuore in pienezza di fede, con i cuori purificati da cattiva coscienza e i corpi lavati con acqua pura. Manteniamo ferma la professione della speranza, poiché colui che ha promesso è fedele, e facciamo attenzione gli uni agli altri con lo sprone dell’amore e delle opere buone. Non disertiamo le nostre riunioni com’è costume di alcuni, ma esortandoci quanto più vedete che il giorno si avvicina. Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non viene più lasciata una vittima per i peccati, ma solo la tremenda attesa del giudizio e l’ardore del fuoco che sta per divorare gli avversari. Se uno ha violato la Legge di Mosè, viene messo a morte senza misericordia, sulla parola di due o tre testimoni. Di quanto peggior castigo pensate sarà giudicato degno chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto comune il sangue dell’alleanza, nel quale egli è stato santificato, avendo anche oltraggiato lo Spirito della grazia? Conosciamo infatti colui che ha detto: A me la vendetta, io retribuirò! E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo! E’ spaventoso cadere nelle mani del Dio vivente! [Ore Regali, ora IX: Eb 10, 19-31]