ratelli, perciò vi ho scritto in quei termini che voi sapete, per non dovere poi essere rattristato alla mia venuta da quelli che dovrebbero rendermi lieto, persuaso come sono riguardo a voi tutti che la mia gioia è quella di tutti voi. Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato, tra molte lacrime, però non per rattristarvi, ma per farvi conoscere l'affetto immenso che ho per voi.
Se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me soltanto, ma in parte almeno, senza voler esagerare, tutti voi. Per quel tale però è gia sufficiente il castigo che gli è venuto dai più, cosicché voi dovreste piuttosto usargli benevolenza e confortarlo, perché egli non soccomba sotto un dolore troppo forte. Vi esorto quindi a far prevalere nei suoi riguardi la carità; e anche per questo vi ho scritto, per vedere alla prova se siete effettivamente obbedienti in tutto. A chi voi perdonate, perdono anch'io; perché quello che io ho perdonato, se pure ebbi qualcosa da perdonare, l'ho fatto per voi, davanti a Cristo, per non cadere in balìa di satana, di cui non ignoriamo le macchinazioni.
Giunto pertanto a Troade per annunziare il vangelo di Cristo, sebbene la porta mi fosse aperta nel Signore, non ebbi pace nello spirito perché non vi trovai Tito, mio fratello; perciò, congedatomi da loro, partii per la Macedonia.
Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero! Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono.
n quei giorni gli apostoli tornarono a Gerusalemme dal Monte detto Uliveto, che é vicino Gerusalemme quanto il cammino del sabato. Quando entrarono, salirono al piano superiore dove stavano Pietro e Giovanni e Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelota e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera con alcune donne e Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui. In quei giorni Pietro, levatosi in mezzo ai fratelli (il numero delle persone radunate nello stesso luogo era di circa centoventi), disse: "Uomini, fratelli, era necessario che si adempisse lo scritto, predetto dallo Spirito Santo per bocca di David, riguardo a Giuda che si fece guida di quelli che catturarono Gesù. Egli era stato annoverato tra noi e ricevette la sorte di questo ministero. Occorre dunque che, tra coloro che sono venuti con noi per tutto il tempo in cui il Signore Gesù entrò e uscì tra noi, cominciando dall'immersione di Giovanni fino al giorno in cui di tra noi fu sollevato al cielo, uno di questi divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione". Ne stabilirono due: Giuseppe, detto Varsavvà, soprannominato Giusto, e Mattia. E pregarono dicendo: "Tu, Signore che conosci i cuori di tutti, mostra chi hai scelto tra questi due; uno che in questo ministero e apostolato prenda il posto da cui Giuda prevaricò per andare nel luogo suo". Gettarono le sorti per loro e la sorte cadde su Mattia, che per consenso unanime fu annoverato tra gli undici apostoli. [Apostolo]
Nota di redazione sulle Letture del giornoLe Letture del giorno pubblicate seguono il Calendario giuliano ecclesiastico.
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