ratelli, perseverate nella preghiera e vegliate in essa con l’azione di grazie; pregate anche per noi, affinché Dio ci apra una porta alla parola per predicare il mistero del Cristo – a causa del quale sono prigioniero – in modo che lo manifesti predicando come si conviene. Comportatevi saggiamente con quelli di fuori, cogliendo ogni occasione. Il vostro parlare sia sempre gentile e salato, in modo da saper come rispondere a ciascuno. Su quanto mi riguarda v’informerà Tìchico, diletto fratello, fedele ministero e mio compagno nel servizio del Signore. Ve lo mando perché io conosca la vostra situazione e perché consoli i vostri cuori, insieme con Onèsimo, fedele e diletto fratello, fedele e diletto fratello, che è dei vostri: v’informeranno di tutte le cose di qua.
ratelli, vi rendo noto che il vangelo da me evangelizzato non è secondo l’uomo: infatti non l’ho ricevuto da un uomo né sono stato ammaestrato se non per rivelazione di Gesù Cristo. Avete udito certamente della mia condotta d’un tempo nel giudaismo: perseguitavo oltre ogni limite la Chiesa di Dio e la devastavo. Superavo nel giudaismo molti coetanei del mio popolo, essendo ben più di loro zelante delle tradizioni dei miei padri. Quando poi piacque a Dio - che mi aveva separato fin dal ventre di mia madre e mi aveva chiamato con la sua grazia - di rivelare il Figlio suo in me, affinché lo evangelizzassi ai gentili, subito, senza chiedere consiglio alla carne o al sangue, senza salire a Gerusalemme da quelli che erano apostoli prima di me, partii per l’Arabia e poi tornai a Damasco. In seguito, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per vedere Kifàs e mi trattenni presso di lui quindici giorni. Degli apostoli non vidi altro se non Giacomo, il fratello del Signore. [Apostolo]
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Nota di redazione sulle Letture del giornoLe Letture del giorno pubblicate seguono il Calendario giuliano ecclesiastico.