La venerabile Veste del Salvatore [in slavo "riza", in greco "himatia", in latino "vestimenta", letteralmente "sopravveste"] non è identificabile con il suo "Chitone" senza cuciture [in greco e slavo "khiton", in latino "tunica", letteralmente "tunica sotto-veste"] – sono chiaramente distinti nella Sacra Scrittura: "I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti (odezhdu, vestimenta, ta himatia) e le divisero in quattro parti, una parte per ogni soldato, e il chitone (et tunicam, kai ton khitona). Il chitone infatti era senza cuciture, tessuto tutto dall'alto verso il basso, e così dissero l'un l'altro: non stracciamola, ma tiriamo a sorte, a chi tocchi. Perché si adempisse quanto detto nella Scrittura: Han diviso i miei vestimenti (riza, vestimenta, ta imatia) tra loro, e sulla mia tunica (imatisme, in vestem, epi ton himatismon) hanno gettato la sorte" (Giovanni 19, 23-24; Psalmo 21, 18-19).
Secondo la tradizione della Chiesa Ortodossa Gruziniana (Georgiana), il Chitone-tunica del Signore fu portato dal rabbino ebreo Elioz da Gerusalemme a Mtsketa e attualmente è sotto una cripta nelle fondamenta della cattedrale Patriarcale di Svetitskhoveli a Mtsketa (la festa in onore del Chitone-tunica del Signore si celebra il 1° ottobre). Nessuno degli invasori Maomettani ha mai osato profanare questo luogo, glorificato con un segno della misericordia di Dio – il Pilastro Vivificante.
La Veste del Signore – in realtà una delle sue quattro parti, cioè la parte inferiore (altre parti della Veste del Signore sono note anche in Europa occidentale: nella città di Treviri in Germania, e ad Argenteuil, vicino a Parigi, in Francia) –, venne a trovarsi in Gruzja (Georgia) proprio come il Chitone-tunica del Signore. Diversamente dal Chitone-tunica, la parte della Veste non era custodita sotto terra, ma era nel tesoro della cattedrale Svetitskhoveli fino al XVII secolo, quando lo Scià persiano Abbas I, mentre devastava la Gruzja, portò via insieme con altri tesori anche la Veste del Signore. Al fine di ingraziarsi lo zar Mikhail Feodorovich, lo Scià nel 1625 inviò la Veste del Signore come un dono al Patriarca Filarete (1619-1633) e allo zar Mikhail. L'autenticità della Veste fu testimoniata da Nektarij, Arcivescovo di Vologda, anche dal Patriarca di Gerusalemme Teofane che era venuto da Bisanzio e da Ioannikes il Greco, ma anche e soprattutto dai segni miracolosi, manifestati dal Signore attraverso la venerabile reliquia.
Successivamente due parti della Veste vennero a trovarsi in San Pietroburgo: una nella cattedrale del Palazzo d'Inverno, e l'altra nella cattedrale Petropavlovsk (dei santi Pietro e Paolo). Una parte della Veste fu conservata anche nella cattedrale della Dormizione a Mosca, e piccole porzioni nella cattedrale di Santa Sofia a Kiev, presso il monastero Ipat'ev vicino a Kostroma e in alcuni altri templi antichi. Annualmente a Mosca il 10 luglio la Veste del Signore è solennemente portata fuori da una cappella intitolata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo presso la cattedrale Uspenskij, ed è posta su un analoi per la venerazione durante il tempo dei servizi divini. Dopo la Liturgia la Veste viene riportata al suo posto.
In questo giorno è inoltre celebrato un servizio per la Vivificante Croce del Signore, dal momento che la deposizione della Veste nella cattedrale Uspenskij nel 1625 avvenne il 29 marzo, giorno in cui si celebrava la Domenica quaresimale della Venerazione della Croce.
Tropario della deposizione della preziosa veste di Cristo a Mosca – tono 4
In questo giorno accorriamo, o fedeli, alla Veste divina e salvifica del nostro Dio e Salvatore, che si è allietato di rivestire la nostra carne e ha sparso il sacro sangue sulla Croce, con cui ci ha redenti dalla schiavitù del nemico. Pertanto, con gratitudine a lui gridiamo: per la tua preziosa veste salva e difendi i cristiani ortodossi, i vescovi e le città e tutti gli uomini di tutto il mondo e salva le nostre anime, poiché tu sei l'amico dell'uomo.
Kontakion – tono 4
Hai concesso a tutti gli uomini, o Maestro, la tua preziosa Veste come un tesoro divino, come un abito di incorruttibilità, guarigione e salvezza, poiché in tal modo fosti lieto di vestire la carne Santa e Vivificante della tua incarnazione. Ricevendo questa reliquia con fede, celebriamo con gioia questo evento glorioso e lodandoti con timore e amore come nostro benefattore, a te gridiamo, o Cristo: nella tua grande misericordia, custodisci i cristiani ortodossi e i loro pastori e tutto il tuo popolo nella pace.