Gv 10, 1-9 (Mattutino e Liturgia); Gc 3, 1-10; Mc 11, 11-23

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giovanni apostolo3

 

i 21 sm

l Signore ai Giudei che andavano a lui diceva: "In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il portinaio gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli le proprie pecore chiama per nome e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, va innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno da lui, perché non conoscono la voce degli estranei". Questa parabola disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se qualcuno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo". [Mattutino e Liturgia] 

 

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giacomo apost

 

63743 f floral smratelli miei, non siate in molti a farvi maestri: sappiate che così riceveremo una sentenza più severa. Tutti infatti inciampiamo in tante cose e se uno non inciampa nel parlare è un uomo perfetto, che può tenere a freno tutto il corpo. Se mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, guidiamo tutto il loro corpo. Ecco, anche le navi tanto grandi e spinte da forti venti, con un piccolissimo timone sono guidate là dove vuole il desiderio del pilota. Così anche la lingua: è un membro minuscolo, ma si vanta di grandi cose. Ecco: un così piccolo fuoco incendia una così grande foresta! E la lingua è fuoco! La lingua, un mondo d'iniquità, è posta tra le nostre membra, insudicia tutto il corpo, brucia la ruota della vita ed è bruciata dalla Gheenna. La natura delle bestie, dei volatili, dei serpenti e degli animali marini è domata e resa mansueta dalla natura umana ma nessuno può domare la lingua dell'uomo: è un male incontrollabile, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo Dio Padre, con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. Dalla stessa bocca esce benedizione e maledizione. Non conviene che avvenga così, fratelli miei!

 

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marco apostolo250

 

i 10807 sm

n quel tempo Gesù entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i dodici diretto a Betania. Il giorno dopo, mentre uscivano da Betania, ebbe fame. E avendo visto da lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò se per caso vi trovasse qualcosa; ma venne e non trovò altro che foglie. Non era infatti quello il tempo dei fichi. E Gesù gli disse: "Nessuno mangi più frutti tuoi; in eterno!" E i discepoli l'udirono. Giunsero a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, Gesù si mise a cacciare quelli che vendevano e compravano nel tempio, rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. Ed insegnava loro dicendo: "Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata da tutte le genti Casa di Preghiera? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!" L'udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di ucciderlo ma avevano paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato della sua dottrina. Quando fu sera uscirono dalla città. Al mattino, passando, videro il fico seccato fin dalle radici. Allora Pietro si ricordò e gli disse: "Ravvì, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato!" Gesù allora rispose e disse loro: "Abbiate fede in Dio! In verità vi dico: chiunque dica a questo monte: Togliti e gettati a mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, sarà fatto a lui".

 

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Nota di redazione sulle Letture del giornoLe Letture del giorno pubblicate seguono il Calendario giuliano ecclesiastico.

 

 

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